Olio di palma, tra terrorismo ed evidenze scientifiche.
19/05/2016Vitamina D e patologie autoimmuni
19/05/2016Questo articolo è stato pubblicato su: La Scuola di Ancel, Un sito di Biologi Nutrizionisti, per una corretta informazione alimentare.
Illustrazione di Gianluigi Marabotti.
Come già sottolineato nella prima parte dell’articolo, in caso di ipertrofia e iperplasia degli adipociti si altera il bilancio tra la produzione di citochine antinfiammatorie e pro-infiammatorie in favore di queste ultime, generando una condizione di infiammazione cronica di basso grado tipica dell’obesità.
Tra i nutrienti bioattivi, che hanno un ruolo nella prevenzione dell’obesità e delle patologie a essa connesse, sono particolarmente studiati i polifenoli per la loro capacità di interagire — direttamente o indirettamente — con il tessuto adiposo; in particolare con i pre-adipociti, le cellule staminali adipose e le cellule dell’immunità in esso presenti.
I polifenoli sono composti naturalmente presenti nelle piante dotati di diverse funzioni biologiche. Oltre alle ben documentate proprietà antiossidanti, sono state loro riconosciute proprietà antinfiammatorie, anticancro, antiobesità e antinvecchiamento. Vediamo insieme i più studiati e i meccanismi con cui agiscono positivamente sull’infiammazione del tessuto adiposo.
La curcumina è il principale composto bioattivo estratto dalla radice e dal rizoma della Curcuma longa(Tumerico). La curcuma, conosciuta per le sue proprietà antinfiammatorie, antitumorali, antiobesità, antiangiogeniche e antiossidanti è usata come spezia e come agente colorante per gli alimenti. Le proprietà antiobesità si esplicano attraverso l’inibizione della differenziazione dei pre-adipociti, la soppressione della lipogenesi, la promozione deell’ossidazione degli acidi grassi e la riduzione della risposta infiammatoria nel tessuto adiposo. I potenziali meccanismi con cui la curcumina media le attività antiadipogeniche e antinfiammatorie sono rappresentati dall’azione sulle vie di segnalazione della Wnt/β-catenina (con soppressione della differenziazione degli adipociti) e dalla soppressione delle vie di attivazione di MAPK e NF-ҡB (con conseguente riduzione nella produzione di citochine proinfiammatorie).
Il resveratrolo è una fitoalessina prodotta da alcune piante in risposta a condizioni di stress quali infezioni da patogeni, radiazioni UV o danneggiamenti. Si trova in misura maggiore nell’uva (soprattutto nella buccia), nel vino rosso (in cui a differenza del bianco durante la fermentazione il mosto si trova a macerare in contatto con le bucce) e nei frutti di bosco. Molti studi hanno dimostrato l’azione antiobesità del resveratrolo consistente nell’inibizione della differenziazione dei pre-adipociti, la diminuzione della proliferazione degli adipociti, l’induzione della loro apoptosi e la promozione della lipolisi e della beta-ossidazione degli acidi grassi. Questi meccanismi sono per lo più mediati da AMPK (proteina importante nell’omeostasi energetica della cellula), PCG-1α (peroxisome proliferator-activated receptor gamma coactivator 1 alfa) e sirtuina-1 (SIRT1), undeacetilatore coinvolto nella longevità e nella regolazione cellulare in risposta a condizioni di stress.
L’epigallocatechina gallato (EGCG) è il maggior composto fenolico contenuto nel tè verde. Questo tipo di tè, come gli altri, è prodotto dalle foglie di Camellia sinensis, ma subisce solo processi di vaporizzazione ed essiccazione che permettono la conservazione dei polifenoli, a differenza del tè nero che subisce anche processi di arrotolamento e di fermentazione in cui si attivano gli enzimi polifenolossidasi. L’EGCG secondo molteplici evidenze possiede proprietà anticancro, antiobesità, antidiabetiche e antinfiammatorie. I diversi meccanismi responsabili dell’attività antiadipogenica includono l’attivazione di AMPK e l’inattivazione di FoxO1 (forkhead box protein O1) e di SREBP1c (sterol regulatory element-binding protein 1c). Gli effetti antinfiammatori come la soppressione della secrezione di resistina da parte degli adipociti sono mediati da vie dipendenti da ERK (exracellular-signal-regulated kinase).
La quercetina è uno dei flavonoidi più facili da assumere in quanto si trova in alimenti quali mele, uva, mirtilli, cipolle rosse, vino rosso, tè verde, aglio, capperi, prezzemolo e tanti altri. Molti studi hanno sottolineato l’importanza biologica di questo composto per le sue funzioni antiobesità, antinfiammatorie, antiaterogeniche, ipolipidemiche, antidiabetiche, anticancro, antipertensive, antistaminiche e antiossidanti. Gli effetti antinfiammatori riguardano la riduzione dell’infiltrazione di macrofagi nel tessuto adiposo e sono mediati da meccanismi associati alla soppressione dell’attivazione di NF-ҡB.
Gli isoflavoni sono un gruppo di composti difenolici chiamati anche fitoestrogeni per le loro deboli proprietà similestrogeniche. Genisteina, daidzeina e gliciteina sono gli isoflavoni contenuti nella soia, la fonte principale di questi flavonoidi. Molte evidenze hanno sottolineato il ruolo benefico della soia nella prevenzione di alcune patologie grazie ai suoi effetti positivi sull’abbassamento del colesterolo e dei trigliceridi ematici, sulla diminuzione dell’adiposità e sul controllo dell’insulino-resistenza. Sono stati investigati diversi meccanismi per spiegare gli effetti antilipogenici della genisteina tra cui la limitazione dell’ipertrofia degli adipociti attraverso l’up-regolazione dei geni coinvolti nell’ossidazione degli acidi grassi come PPARα (peroxisome proliferator-activated receptor alpha), e la down-regolazione dei geni associati alla lipogenesi come PPARγ e SREBP1c.
Pur esistendo numerose evidenze sull’efficacia in vitro o nei modelli animali, l’attività di tutti questi polifenoli nell’uomo — e in particolare nell’obesità — deve essere confermata, a causa della scarsa biodisponibilità di questi composti e dell’ampia variabilità tra i soggetti in cui avviene la sperimentazione.
Alla luce di questi studi emerge comunque l’importanza della scelta alimentare che a mio avviso deve essere attuata non solo in base all’accademica distribuzione dei macronutrienti, ma deve essere dettata soprattutto dalla conoscenza del potere che ogni molecola ha di influenzare positivamente o negativamente alcune funzioni biologiche del nostro organismo. In questo senso è utile allargare gli orizzonti alimentari, variando gli alimenti e riscoprendo le spezie, le erbe, i semi, le bacche e tutto ciò che di buono e salutare la natura ha da offrirci.
Fonti:
- Siriwardhana N, et al. — Modulation of adipose tissue inflammation by bioactive food compounds — J Nutr Biochem. 2013 Apr;24(4):613-23. doi: 10.1016/j.jnutbio.2012.12.013
- Wang S, et al. — Novel insights of dietary polyphenols and obesity — J Nutr Biochem. 2014 Jan;25(1):1-18. doi: 10.1016/j.jnutbio.2013.09.001